«Nazionalità è per noi unità: unità viva, libera e potente come Stato. E perché noi vogliamo questa unità come libero Stato?
Perché noi sappiamo che solo nella unità come libero Stato possono spiegarsi liberamente tutte le potenze della nostra vita;
solo in quello noi possiamo essere e saperci veramente noi». (Bertrando Spaventa)


martedì 2 febbraio 2010

Rassegna Stampa 19/01/2010 I - Acqua contesa, Palermo è a secco


[La privatizzazione dell'acqua in Sicilia è stata ed è paradigmatica per comprendere come non si debba fare, lo abbiamo scritto quasi due anni fa, quando certi parallelismi sembravano troppo pasoliniani per essere considerati seriamente. Ora è materia più o meno corrente, visto che la stessa sorte potrebbe toccare al suolo natìo, dove pare essere diventata anche ghiotta materia elettorale. ic]

PROTESTA. Per denunciare la malagestione del servizio idrico Maniaci e Vitale chiudono i rubinetti. Pino Maniaci non finisce mai di stupire. Oggi il direttore di Telejato, nota emittente televisiva impegnata nella lotta contro Cosa nostra, insieme a Salvo Vitale, personaggio vicino a Peppino Impastato, interromperà l’erogazione dell’acqua a Palermo e dintorni e si incatenerà alle pompe di sollevamento, per denunciare la malagestione del sistema di irrigazione nella valle dello Jato e la mancata assunzione di 13 lavoratori a cui era stato promesso il posto. Un gesto, che non potrà passare inosservato, oltre un milione di persone residenti nel comprensorio, rimarranno infatti senz’acqua. A rischio anche il funzionamento dell’aereoporto Falcone Borsellino, collegato alla stessa rete idrica. Dopo cinque anni di proteste, senza alcuna risposta dalla politica, in molti non sono più disposti ad aspettare. «Non ce ne andremo di qui fin quando non otterremo risposte» fa sapere il giornalista più volte minacciato e colpito dalla mafia. Da quando la gestione della diga voluta dal “Gandhi di Sicilia”, Danilo Dolci, per consentire lo sviluppo economico della zona e sottrarre il controllo delle risorse idriche alla mafia, è passata dalla cooperativa di contadini che l’aveva ideata al consorzio di bonifica locale, l’irrigazione delle terre è carente e inadeguata,

«Tanti, troppi - spiega Pino Maniaci - gli agricoltori che hanno perso il raccolto e le famiglie che hanno dovuto rinunciare alla propria fonte di sostentamento». La rete è fatiscente, «sulle condutture realizzate in cemento-amianto - denuncia il direttore di Telejato - non è stata fatta alcuna opera di manutenzione e l’inesperienza dei nuovi gestori ha danneggiato i contadini: alcuni alberi di pesco, per esempio sono stati tagliati alla radici».

La situazione è insostenibile, non fosse altro che per la mancata assunzione dei lavoratori della vecchia cooperativa, a cui, al momento del passaggio era stato promesso l’impiego. La protesta si esprime oggi in un gesto eclatante, la Sicilia reclama giustizia e due dei suoi migliori interpreti danno forma al dissenso.

Rossella Anitori
(da Terra, 19 gennaio 2010)

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